Marciume radicale lanoso

Schianto provocato da marciume radicale
Schianto provocato da marciume radicale

- di Gherardo Biolla

Colpisce l'apparato radicale di piante forestali, del pioppo dei fruttiferi e della vite, allorchè queste specie si trovano in condizioni di asfissia radicale per ristagno idrico, come può verificarsi nei terreni argillosi, mal drenati e nelle depressioni.

 

- Sintomi:

Sulla parte aerea si notano sintomi aspecifici costituiti da appassimento della vegetazione, ingiallimento fogliare, filloptosi anticipata, progressivo deperimento (evidenziato da chioma meno compatta e per la presenza di foglie più piccole e meno numerose), disseccamento di rami e screpolature del fusto. La produzione decresce ed in alcuni anni la pianta muore.

Sull'apparato radicale si manifesta un marciume che nel tempo interessa radici di ordine sempre superiore. La radice imbrunisce, la corteccia è facilmente asportabile e sotto do essa è presente il fungo in forma di masse miceliari cotonose e bianche.

Queste successivamente inscuriscono e si organizzano in cordoni, le rizomorfe, presenti sia all'esterno della radice che, soprattutto, tra corteccia e legno.

- Eziologia:

Il marciume è causato da Rosellinia necatrix i cui periteci si formano nei tessuti morti. La conservazione del fungo è principalmente attuata dalle rizomorfe, le quali provvedono anche alla sua diffusione per contiguità ad altre radici attraverso le quali il marciume può trasmettersi da una pianta all'altra.

Condizioni predisponenti sono il ristagno di acqua nel terreno e la conseguente asfissia radicale, l'abbondanza di sostanza organica su cui il fungo vive saprofiticamente e la presenza di ferite che costituiscono la principale via di penetrazione.

- Lotta:

Nei confronti dei marciumi radicali si possono suggerire mezzi di lotta preventivi e indiretti, che consistono sostanzialmente:

- nell'attuare le pratiche colturali che consentono di ostacolare lo sviluppo, come l'impianto su terreni sani e ben drenanti.

- nell'estirpare le piante colpite e nel raccogliere accuratamente tutti i resti del loro apparato radicale, nonchè nell'operare gli eventuali reimpianti solo a notevole distanza di tempo dopo le dovute sterilizzazioni del terreno.

 

Scrivi commento

Commenti: 0