Il Cinipide galligeno del castagno.

Il cinipide Galligeno del Castagno Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu cosa è?.

 

Il Dryocosmus kuriphilus Yasumatsu, conosciuto anche come cinipide galligeno del castagno, è un piccolo imenottero considerato tra gli insetti più temibili per il castagno. La specie molto diffusa in Asia e negli Stati Uniti, è stata ritrovata per la prima volta in Piemonte, in provincia di Cuneo, nel 2002.

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Il Dryocosmus kuriphilus attacca unicamente il genere Castanea e presenta una sola generazione annua. Nei mesi di giugno e luglio dalle galle formatesi in primavera fuoriescono le femmine adulte (i maschi risultano assenti in quanto la riproduzione avviene per partenogenesi) che si presentano come piccole vespe lunghe 2,5 mm circa, con una colorazione nera a carico del torace e dell’addome; gli arti risultano di colore giallo brunastro, ad eccezione dell’ultimo segmento tarsale bruno scuro.

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 Le femmine appena sfarfallate depongono le uova nelle gemme presenti in quel momento sulla pianta. In ogni gemma possono essere depositate fino a 25-30 uova; ciascuna femmina può deporre in tutto tra 100 e 200 uova. Dopo circa 40 giorni compaiono i primi stadi larvali, caratterizzati da uno sviluppo molto lento e destinati a trascorrere l’autunno e l’inverno all’interno delle gemme senza che esternamente vi siano sintomi particolari. Alla ripresa vegetativa la presenza delle larve determina una forte reazione nelle gemme, con la formazione delle caratteristiche galle nell’arco di un paio di settimane. Nelle cellette presenti all’interno delle galle si succedono i vari stadi larvali, privi di zampe ed occhi. Raggiunta la quinta età si ha la trasformazione della larve in pupe, con la successiva comparsa delle femmine adulte che fuoriescono all’esterno delle galle scavando un breve tunnel.

foto2Larve

foto3Pupe

La formazione delle galle può coinvolgere i germogli laterali o apicali dei rami, inglobando una parte delle giovani foglie e degli amenti, determinando l’arresto dello sviluppo vegetativo dei getti colpiti.
A volte invece le galle sono confinate sulle foglie lungo la nervatura centrale. Le galle formatesi sui germogli disseccano nel corso dell’estate e dell’autunno e rimangono visibili sugli alberi anche nell’anno successivo.

foto4Galle su germoglio

 

 

foto5Galle su germoglio

Un forte attacco di quest’insetto può determinare a lungo andare anche un calo della produzione e una riduzione dello sviluppo vegetativo. La principale modalità di diffusione dell’insetto sulla lunga distanza avviene attraverso la movimentazione di materiale di propagazione infestato, pertanto è sempre necessario eseguire una accurata sorveglianza delle giovani piantine di castagno messe a dimora. Sulle piante giovani, per il loro ridotto sviluppo, è facilmente rilevabile la presenza delle galle provocate dall’insetto; in tal caso, entro il mese di maggio, vanno raccolte e distrutte mediante accurata bruciatura, prima cioè della fuoriuscita delle femmine alate. Così facendo e soprattutto in zone in cui la diffusione del cinipide è ancora limitata si può rallentare la diffusione dell’infestazione. Il sito scelto è un castagneto ceduo nel comune di Montoro Superiore (Av) in località Incoronata che, per la sua collocazione, può assicurare una diffusione naturale in un areale molto ampio già interessato dall’infestazione del cinipide e inoltre può diventare il “serbatoio” campano di questi piccoli insetti utili da introdurre in tutte le altre aree castanicole interessate al problema a partire dal prossimo anno.

Prospettive di lotta e  primi  risultati della ricerca

Il cinipide è comparso per la prima volta in Piemonte 7-8 anni fa; le regioni maggiormente colpite sono: Lombardia, Emilia Romangna, Toscana, Lazio e   Campania. Tale insetto si è diffuso per l’utilizzo di materiale di propagazione infetto proveniente presumibilmente da vivai che non erano stati sufficientemente controllati. Dalle zone focolaio, a macchia d’olio, il cinipide si puo’ diffonde per decine di chilometri di raggio. Le molteplici attività di ricerca, che si sono succedute in Italia nel corso di questi ultimi 5-6 anni, hanno evidenziato sostanzialmente 2 aspetti, che potranno contribuire nei prossimi anni alla lotta “attiva” contro l’ulteriore diffusione del cinipide:  l’introduzione di un insetto antagonista-lotta biologica,già quest’anno sono stati effettuati i primi lanci di coppie in castagneti cedui; dallo studio del ciclo biologico si è appurato che il cinipide è praticamente inattaccabile allo stato larvale, infatti bisogna effettuare, per distruggerlo, azioni meccaniche attraverso la potatura delle galle verdi e successiva bruciatura. Quando sfarfalla risulta essere estremamente fragile e può facilmente essere attaccato anche attraverso opportuni trattamenti fitosanitari. Il grosso dello sfarfallamento, nel corso del 2008, è avvenuto tra il 14 e il 30Giugno, laddove nel corso del 2009, grazie alle attività di monitoraggio poste in essere dall’Associazione Castanicoltori Campani, si è appurato che lo sfarfallamento ha una durata di 18-22 giorni, il cui inizio pero’varia da zona a zona a seconda delle condizioni climatiche e di latitudine della zona interessata; questo insetto, nel suo breve ciclo di vita (muore in due-tre giorni), può effettuare oltre 100 iniezioni su gemme per depositare le uova. Le attività di ricerca stanno valutando sia azioni di lotta biologica con l’introduzione di un insetto antagonista che un protocollo di lotta chimica (anche con l’utilizzo  di prodotti contemplati nel disciplinare di lotta biologica). La Regione Campania, rispetto ad altre regioni Italiane, è l’Ente che ha investito in termini finanziari e di capitale umano più di tutte.

 

 

 

La Regione Campania contro il cinipide del castagno

 Il cinipide galligeno del castagno, Dryocosmus kuriphilus, si è manifestato in molte aree castanicole della Campania a partire primavera del 2008. La Regione Campania ha subito investito in termini di capitale umano e di risorse finanziarie per fronteggiare una emergenza fitosanitaria che può essere potenzialmente molto preoccupante. La castanicoltura in Campania ha senza dubbio una rilevanza sia economica (circa 4000 aziende che producono frutti di gran pregio: castagne di Serino, Montella, Roccadaspide, Roccamonfina) che ambientale-paesaggistica (oltre 20 mila ettari). L’insetto, che non provoca alcun danno alle castagne, provoca però dei vistosi rigonfiamenti sulle foglie riducendo l’attività fotosintetica degli alberi attaccati. Una delle strade intraprese dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura e alle Attività Produttive è stata l’implementazione di progetti di intervento a carattere territoriale (progetti PIT) in un numero totale pari ad 8; 5 di questi progetti hanno visto come soggetto capofila l’Associazione Castanicoltori Campani che, attraverso una rete di tecnici altamente qualificati ed esperti del mondo castanicolo, ha intrapreso una intensa azione di monitoraggio sperimentale finalizzata al controllo della diffusione del cinipide galligeno tra le province di Avellino e Salerno; il tutto coadiuvato da tutta una serie di eventi divulgativi, mirati alla conoscenza del ciclo biologico le problematiche di diffusione di tale imenottero, oltre alle finalità di azione dettate dalle linee regionali. Inoltre la stessa Regione Campania ha finanziato uno specifico piano di ricerca, di durata triennale, finalizzato all’introduzione di un antagonista naturale, cioè di un altra piccola vespa che si nutre a spese del cinipide, il cui nome scientifico è Torymus sinensis. Anche il nemico naturale, come il cinipide stesso, è originario dell’Estremo Oriente. Pertanto, dopo un difficile ciclo di adattamento avvenuto in Piemonte, è stato possibile allestire una sorta di allevamento semi naturale grazie al Dipartimento di Entomologia e zoologia applicate all’ambiente dell’Università degli studi di Torino, e poi avviare un piano di distribuzione in diverse aree castanicole italiane. Nel corso di quest’anno i ricercatori dell’Istituto per la Protezione delle piante - Cnr della sezione di Portici hanno provveduto a individuare un idoneo sito e a distribuire nell’ambiente complessivamente 100 coppie del parassitoide Torymus sinsensis.

imagesTorymus sinensis Kamijo

Il sito scelto è un castagneto ceduo nel comune di Montoro Superiore (Av) in località Incoronata che, per la sua collocazione, può assicurare una diffusione naturale in un areale molto ampio già interessato dall’infestazione del cinipide e inoltre può diventare il “serbatoio” campano di questi piccoli insetti utili da introdurre in tutte le altre aree castanicole interessate al problema a partire dal prossimo anno.

 

ASSOCIAZIONE CASTANICOLTORI CAMPANI: il progetto d’intervento territoriale per la lotta alla diffusione del Cinipide Galligeno del Castagno nel territorio della Regione Campania

 

Il progetto contro la diffusione del Cinipide Galligeno del Castagno, realizzato dall’Associazione Castanicoltori Campani copre alcuni territori a forte vocazione castanicola delle province di Avellino e di Salerno. Esso ha come obiettivo principale l’attivazione di un sistema di controllo e di monitoraggio per contrastare e ritardare la diffusione della vespa. La Regione Campania, negli ultimi dodici mesi, ha attivato diverse attività con il Servizio Fitosanitario Regionale, volte al contrasto e alla diffusione del Cinipide; ha inoltre avviato, finanziando un progetto di ricerca del CNR - Istituto per la Protezione delle Piante di Portici, un’attività di sperimentazione e ricerca per individuare soluzioni compatibili ed efficaci contro il Cinipide. Il progetto che l’Associazione sta realizzando è fortemente impegnato anche a fornire una serie di dati, attraverso le attività di monitoraggio e di interventi operativi agronomici, che possano diventare utili al Centro Nazionale Ricerche per individuare soluzioni appropriate alla lotta contro la diffusione del Cinipide. Il successo del progetto dipenderà anche dagli operatori del settore che dovranno fornire disponibilità e collaborazione per raggiungere importanti risultati.

 

Le Attività implementate sul territorio dall’Assocastagna

 L’Associazione Castanicoltori Campani, in ottemperanza alle linee guida regionali, ha implementato tutta una serie di iniziative volte ad un’attenta azione di valutazione, analisi e monitoraggio sperimentale del cinipide galligeno i naree castani cole ben delineate; cio’ attraverso:

 

DIVULGAZIONE SCIENTIFICA attraverso affissione di manifesti, distribuzione di depliants ed opuscoli nelle sedi degli enti locali, organizzazione di incontri e convegni hanno preso parte parte esperti;

CONSULENZA TECNICA GRATUITA PRESSO LE AZIENDE AGRICOLE O ENTI  previa prenotazione al numero dell’Associazione o compilando il modulo di prenotazione per la visita tecnica che è scaricabile nel link modulistica del sito web dell’Associazione www.assocastagna.it , è possibile richiedere una visita per la consulenza tecnica da parte degli esperti autorizzati dall’Associazione per verificare lo stato del castagneto e ricevere adeguata assistenza. Si sottolinea che dette attività sono rivolte sia a privati che ad enti pubblici e sono totalmente gratuite;

MONITORAGGIO DEL TERRITORIO per l’individuazione della presenza del Cinipide Galligeno del Castagno è stato attivato un piano di monitoraggio sia nelle zone già conclamate che nelle zone in cui la diffusione non è stata ancora accertata, attraverso il posizionamento di trappole cromotropiche di colore giallo, adesive, atte a valutare la presenza o meno di focolai di infezione da cinipide galligeno; la presenza delle trappole in apposite aree castanicole è stata segnalata attraverso banner illustrativi.

INTERVENTI OPERATIVI AGRONOMICI durante il monitoraggio territoriale è stato prelevato materiale vegetativo (rami, foglie, gemme ed eventuali galle) dalle piante, e nel caso è stata rilevata l’infestazione, confermata da opportune analisi fitopatologiche, si decidono gli interventi agronomici idonei.

 

Associazione Castanicoltori Campani: i progetti PIT

Le linee regionali d’intervento per il contenimento del cinipide galligeno del castagno “Dryocosmus kuriphilus”, fissate dal bollettino ufficiale della Regione Campania N.8 del 09 Febbraio 2009, hanno visto il loro campo di applicazione attraverso l’approvazione di 8 progetti i cui ambiti territoriali sono distribuiti tra le province di Caserta, Salerno ed Avellino, e comprendono il 75% della fascia geografica castanicola campana.  In tal senso l’Associazione Castanicoltori Campani  ha seguito in modo diretto 5 ambiti territoriali comprendenti quasi l’intera provincia di Salerno e una buona fetta della provincia di Avellino.  Nello specifico le aree geografiche che sono state oggetto dell’implementazione delle azioni di valutazione e monitoraggio al cinipide galligeno sono: Alta Irpinia, Partenio Vallo Lauro, Lambro e Mingardo – Tanagro – Vallo di Diano, Alburni – Alto e Medio Sele – Calore Salernitano ed Irno Picentini. In ciascuna di esse, in piena concordanza con quanto stabilito dalle direttive regionali, l’Associazione Castanicoltori Campani ha organizzato seminari tematici per fornire ampia conoscenza possibile solo sulle problematiche connesse alla diffusione dell’imenottero, supportati da un’intensa azione divulgativa attraverso campagne di affissione di poster e volantini atti alla promozione degli stessi, anche a mezzo stampa. In ciascuna delle aree, come di seguito riportati, sono stati organizzati seminari, con personalità illustri del panorama istituzionale e scientifico locali e non solo, volti alla conoscenza e alla diffusione non solo delle problematiche connesse alla diffusione e alle azioni di contrasto dell’imenottero, ma rimarcando l’attenzione sulle azioni poste in essere dall’Associazione Castanicoltori Campani; il tutto supportato da un’intensa campagna pubblicitaria a mezzo stampa e cartacea. Per ciascuno dei territori geografici oggetto d’indagine  sono state scelti dei comuni, e in essi terreni castanicoli con esplicita autorizzazione dei proprietari, ove sono stati eseguiti i monitoraggi sperimentali del cinipide galligeno attraverso la collocazione di trappole cromotropiche collanti gialle, finalizzate all’analisi del periodo di sfarfallamento dell’insetto, e quindi successiva quantificazione dello stesso, attraverso osservazione al microscopio ottico, ove è presente, in conseguenza della capacità attrattiva cromatica delle trappole verso l’imenottero.

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Commenti: 15
  • #1

    Franco (martedì, 22 dicembre 2009 12:03)

    Purtroppo questa grave minaccia per i nostri castani è arrivata anche in valle di Susa, minacciando il famoso Marrone della valle di Susa, speriamo di individuare presto un sistema per debellare l'insetto.

  • #2

    Enrico (mercoledì, 13 gennaio 2010 14:33)

    Ci mancava, oltre al cancro e al mal dell'inchiostro...

  • #3

    Gherardo (lunedì, 18 gennaio 2010 16:54)

    Nell'inverno del 2008 nella zona di Rubiana in valle di Susa un paio di piante sono state attaccate dall'insetto. Siamo riusciti con una adeguata potatura e bruciando la risulta ad arginare il problema.

  • #4

    flavio (lunedì, 03 maggio 2010 18:25)

    ormai anche nel novarese (vergante) siamo invasi dalle galle dell'insetto

  • #5

    Gherardo (lunedì, 03 maggio 2010 19:58)

    Pessima notizia!!

  • #6

    besana romano (mercoledì, 05 maggio 2010 19:50)

    In brianza il parco di montevecchia e valle del curone è infestato.non ho visto un albero esente dalla malattia , il decreto ministeriale parla di obbligo di bruciatura dei rami : ma che si fa si da fuoco al bosco ?!

  • #7

    pasquale (mercoledì, 12 maggio 2010 17:14)

    in provincia di Como disastro...
    primi sintomi nel 2009 e quest'anno non c'è pianta esente
    speriamo nella vespa sceriffo
    Viva il torymus sinensis
    Abbasso la globalizazzione

  • #8

    marco massimiliani (martedì, 25 maggio 2010 21:49)

    anche ai catelli romani oramai la situazione penso sia devastante sono tutte malate le piante e nessuno prende provvedimenti!

  • #9

    andrèe (mercoledì, 26 maggio 2010 11:32)

    purtroppo il parassita si sta diffondendo anche in Liguria. In un paese poco sopra Albissola (SV) non c'è un castagno che non sia stato affetto. Spero che la regione prenda provvedimenti.

  • #10

    Gherardo (martedì, 29 giugno 2010 10:32)

    Attuali linee guida per cercare di contenere il Cinipide.

    Per contenere la diffusione di questo parassita è utile adottare alcuni accorgimenti:
    1) i proprietari delle piante attaccate dall'insetto dovrebbero segnalare la presenza dell'insetto all'ERSAF, in modo tale da poter contribuire ai programmi di monitoraggio e di contenimento dell'insetto;
    2) sulle piante colpite è essenziale agire tramite la potatura dei rami sui quali sono presenti le galle, in modo tale da cercare di isolare la diffusione della patologia.
    3) I rami di potatura debbono poi essere bruciati, in osservanza ai regolamenti locali e adottando tutte le più opportune cautele; questa pratica è fondamentale poiché è l'unico modo per eliminare definitivamente le larve e gli insetti contenuti nelle galle.

    Infine le prove eseguite finora hanno dimostrato che non esiste in commercio alcun prodotto fitosanitario in grado di contrastare il Cinipide; vanno quindi evitate inutili spese per trattamenti insetticidi, e l'unico metodo efficace per combattere il parassita è la lotta biologica mediante l'introduzione del parassitoide Torymus sinensis, poiché bisogna attendere il ciclo di sviluppo del parassitoide. L'ERSAF, in collaborazione con la Regione Lombardia, ha da tempo avviato un programma di monitoraggio e di controllo dello sviluppo del Cinipide e a tal riguardo in alcuni focolai presenti ha già provveduto a rilasciare insetti adulti di Torymus sinensis al fine di intraprendere la lotta biologica.

  • #11

    pasquale (martedì, 06 luglio 2010 15:47)

    è possibile acquistare su e-bay insetti adulti di Torymus Sinensis?

  • #12

    roberto (venerdì, 06 maggio 2011 18:40)

    il Torymus Sinensis si propaga con la stessa rapidità del Cinipide? no... in provincia di Avellino è tutto "infettato" e in quelle aree non si produce niente.Nel mio piccolo penso che a breve mangeremo solo castagne C I N E S I

  • #13

    Rocco (mercoledì, 11 maggio 2011 17:54)

    A mio avviso le Istituzioni preposte al contenimento dell'infezione (Regioni) sono state alquanto negligenti poichè ad oggi l'insetto è presente in tutta l'Italia ivi comprese le Isole. E' stata la quasi totale assenza di informazione che hanno diffuso l'insetto dappertutto e adesso prolifera del tutto indisturbato visto che non si fa niente.

  • #14

    carlitos (mercoledì, 25 maggio 2011)

    Ho fatto un calcolo approssimativo:Su ogni pianta del mio castagneto ci sono minimo 100 galle ,calcolando 5 uova per galla si svilupperanno minimo 500 femmine,ho 500 alberi infestati,quindi 500x500=250000 femmine adulte,che daranno origine l'anno prossimo a 25.000.000 di cinipidi!che faccio utilizzo il napalm?

  • #15

    Michele De Simone (lunedì, 16 giugno 2014 18:27)

    Sono possessore di un paio di ettari di castagneto, ma a causa del maledetto cinipite non riesco più a raccogliere il frutto perché ormai ha infestato tutta la zona, ormai nell'avellinese ed in particolare a Montella, famosa in Italia e nel Mondo per le sue castagne, credo che le ricorderemo solo leggendo qualche testo di castanio coltura o in qualche ricetta da cucina.